Tsipras a Bruxelles

Il rigore soffocante

Se avete la pazienza di andare a riprendere il programma del Pasok del 2009, quando George Papandreu riuscì a sconfiggere Karamanlis, al terzo tentativo, vedrete come fosse convinzione del futuro premier di stare per entrare in una nuova età dell’oro tanto da promettere investimenti, benessere, ricchezza. Papandreu non aveva la più pallida idea della condizione disperata delle finanze in cui si trovava il Paese e questo nonostante lui stesso e la sua famiglia, ovviamente, avessero accompagnato tutte le vicende dal secondo dopoguerra da una posizione di rilievo, escluso il fosco periodo della dittatura militare, durata sette anni in tutto su più di 50. È il caso di parlare di beata incoscienza. Già solo pochi mesi che il governo Papandreu si fosse insediato, un ministro delle Finanze cinereo fece sapere che le condizioni del debito erano tali che tutti i piani promessi non si sarebbero mai potuti realizzare. Papandreu ed il Pasok iniziarono il loro declino politico inevitabilmente. Una prova di maggior incompetenza nel valutare la realtà da parte di chi apparteneva alla nomenclatura storica del Paese, era quasi immaginabile da pensare. Il rigore a cui ci si dovette piegare fu tale che il governo Papandreu non riuscì a sorreggerne il peso. Nel 2011 era già costretto alle dimissioni. Altri tre terribili anni di austerity, quelli che Tsipras ha ricordato all’europarlamento di Bruxelles, avrebbero così dato il colpo di grazia definitivo all’economia, alle aspettative e persino alla vita democratica del meraviglioso popolo greco. Questo terribile rigore ancora non ha fine, tanto che Tsipras ha dovuto promettere di alzare le pensioni oltre i 50 anni di età. La notizia era che in Grecia si andava ancora in pensione a 50 anni, quando nel resto di Europa, dopo i 65. I tanti critici dell’austerity, avranno sicuramente ragione, in tempi di crisi non si cresce con ulteriore tagli, ma il caso della Grecia ha perlomeno qualcosa di inverosimile se dopo 40 anni di frizzi e lazzi, nei soli tre atroci anni di austerità a cui si sarebbero obbligati, nemmeno hanno riformato le pensioni. Sembra più l’idea dell’austerità a devastare i greci che la sua pratica. È visto che se uno può restare a crogiolarsi al sole, quando gli altri lavorano al freddo, tanto vale mostrare l’arroganza e la petulanza che Tsipras ha sfoggiato a Bruxelles. Se non altro perché anche Obama sa benissimo che l’Europa senza la Grecia sarebbe come l’America senza la California. Il che non significa che sopporteremo Tsipras ancora per molto.

Roma, 9 Luglio 2015